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Sito denuclearizzato

"Sono stanco di sentire che la dignità della vita dipende dal giudizio di qualcuno: io voglio capire cos'è la dignità della vita sulla base di elaborazioni diverse, non solo sull'elaborazione fatta da una persona sana..."                
(A. Bergonzoni)

martedì 30 gennaio 2007

Addizionali

Le recenti campagne elettorali hanno quasi sempre ruotato attorno alla questione delle tasse. Sembrava una gara a chi prometteva sempre meno tributi da versare allo Stato. Nessuno che parlasse della reale utilità di quei soldi, nessuno che diceva a chi sarebbero stati tolti in caso di diminuzione delle entrate erariali.
Non voglio dire che in Italia non ci siano sprechi, anzi, però é altrettanto vero che parlare sempre di tasse come se fosse un macigno, ci allontana sempre di più da un qualunque discorso che contempli la sussidiarietà e la solidarietà sociale. Ognuno pensa a sé stesso e nessuno vuole spendere per garantire servizi utili ad altri dal momento che forse serviranno solo agli altri e non a noi.
Tutto questo per dire che oggi sono apparsi su alcuni quotidiani i valori delle addizionali regionali, che tanto fanno discutere perché vengono accusate (forse anche giustamente) di annullare, insieme ad altre tasse indirette, i benefici della diminuzione delle cosiddette tasse dirette (ad es. Irpef).
Riporto qui sotto, divisi per fasce di reddito, le addizionali relative a Bologna. Per chi volesse avere un quadro completo di tutte le città italiane può andare sul sito di La Repubblica.

Chi parte da un reddito imponibile (R.I.) di 16.000 euro pagherà 96 euro in più rispetto al 2006,
R.I. 21.000 euro: +147 euro
R.I. 27.000 euro: +216 euro
R.I. 33.000 euro: +264 euro
R.I. 40.000 euro: +320 euro

Se saranno sforzi utili, tutti quelli che condividono la mia riflessione saranno felici di pagarle.

Sempre la stessa storia

Chissà quando soffierà un vento nuovo?

ZE SEIM OLD STORY
Riassunto delle puntate precedenti. Cambiano le facce, cambiano i governi e i giornali ogni volta riportano i proclami trionfalistici del nuovo esecutivo. É tempo di ricostruire, bisogna riformare questo paese che invecchia: «Ora servizi pubblici locali meno cari!» «Le riforme vanno fatte per intero, non ci si fermi» «Class Action, a marzo il ddl in aula» «Pensioni: Innalziamo l'età o teniamoci almeno lo scalone».
I cittadini sono elettrizzati. Era ora!
Ma è difficile pensare a un cambiamento quando una banca (MPS) vota con percentuale bulgara (96,5% degli aventi diritto) il reintegro di un consigliere, condannato a un anno e otto mesi di reclusione e interdetto per due anni per il fallimento Italcase/Country Village (pena differita per concessione della sospensione condizionale).

- BMPS: ASSEMBLEA REINTEGRA LORENZO GORGONI IN CDA
L'assemblea di Banca Monte dei Paschi di Siena ha approvato oggi il reintegro del consigliere Lorenzo Gorgoni nel CdA dell'Istituto senese. Si e' espresso a favore del reintegro il 96,5% dei votanti, contro il 2,8% e si e' astenuto lo 0,19%.
L'11 dicembre 2006 Gorgoni aveva comunicato al presidente di Bmps di aver riportato una condanna a un anno e otto mesi di reclusione e l'interdizione per due anni all'esercizio dell'impresa commerciale e di uffici direttivi presso imprese, con concessione della sospensione condizionale, per sentenza non definitiva del tribunale di Brescia per il reato di concorso in bancarotta semplice nell'ambito del fallimento Italcase/Country Village. Lo scorso 14 dicembre il CdA di Bmps aveva dichiarato la sospensione temporanea di Gorgoni dalla carica di consigliere. La Fondazione Mps non ha partecipato al voto per non esercitare ''il suo peso condizionante sulla libera determinazione assembleare''. (ASCA)

grazie a finanza inutile

Mutuo o ergastolo?

Riporto questo articolo di finanza inutile:

In Italia l'ergastolo è abolito di fatto. Dopo 20 anni di pena scontata scatta il diritto alla semilibertà.
Ma la legge non è uguale per tutti. Chi si è macchiato dell'orrendo delitto di "accendere" un mutuo negli ultimi tempi è condannato a pene che possono arrivare anche fino a quarant'anni.

Roma, 29 gen - Continua la crescita del credito ipotecario destinato alle famiglie per l'acquisto di abitazioni. Secondo le elaborazioni fornite da Tecnocasa, nel terzo trimestre 2006 si e' registrato un +16,31% rispetto al corrispondente trimestre 2005. Il valore dei flussi erogati ha raggiunto la cifra di 45,2 miliardi di Euro.
La crescita dei tassi di interesse ha portato le famiglie a preferire durate di rimborso più lunghe, oltre il 49% dei finanziamenti hanno durate superiori ai 21 anni, di cui il 25% di essi superiore ai 26 anni. Questa tendenza è agevolata anche dall’offerta da parte degli intermediari finanziari specializzati che hanno proposto linee di prodotti con durate fino a 40 anni a costi più competitivi rispetto al passato.
Volendo indicare delle previsioni nel breve periodo si può affermare che il mercato del credito alle famiglie in Italia continua ad essere caratterizzato da un andamento di crescita sostenuta. La previsione per l’anno 2007 sarà ancora positiva per effetto della domanda del mercato immobiliare che continua ad essere considerato per gli italiani un mercato «sicuro» dove investire i propri risparmi. Ulteriore elemento che favorirà la crescita del mercato del credito ipotecario sarà l’ampliamento dell’offerta da parte degli istituti specializzati. Molti istituti di credito hanno introdotto linee di prodotti che coprono fino al 100% del valore dell’immobile a costi molto più contenuti rispetto al passato, favorendo in questo modo un numero sempre maggiore di clienti che non hanno un risparmio sufficiente per far fronte alle spese legate alla compravendita. (ASCA)

lunedì 29 gennaio 2007

Global warming

Domenica mattina ho assistito su La7 a un dibattito molto interessante che si proponeva di approfondire il tema legato al cosiddetto riscaldamento globale (global warming). Accanto al presentatore sedevano, con il ruolo di esperti, il celebre Giovanni Sartori, con tre climatologi (ricordo un professore dell'Università di Modena, un altro, mi sembra di ricordare Prof. Pedrotti, era in collegamento da Torino e il Prof. Mauro Mattioli dell'Università La Sapienza di Roma).
Il prof. Mattioli, così come Sartori, sosteneva la tesi delle energie cosiddette pulite (o, seppur impropriamente, "alternative" perché ormai sembrano essere l'unica alternativa) mentre gli altri due opinionisti portavano avanti la tesi del nucleare (secondo Mattioli una fonte energetica insicura che non abbiamo ancora imparato a gestire e a smaltire, oltre che dipendente da una quantità molto limitata, e sono dati certi, di uranio. Ci manca solo che dalle guerre per il petrolio, che scarseggia, ci mettiamo a cercare un'altra fonte enegetica, che scarseggerà, con altre guerre. Forse ne abbiamo già abbastanza).
Sembra davvero strano che esperti che studiano una scienza fatta di numeri e di dati possano giungere a conclusioni opposte.
Ho l'impressione che alla fine, numeri alla mano, non si arrivi mai a considerare la causa principale della situazione così grave del clima mondiale: stiamo consumando troppo e male. Se fino ad oggi abbiamo esagerato, non vuol dire che possiamo continuare a farlo; se abbiamo consumato molte risorse, tra l'altro anche a nome di tutti quei popoli che fanno ancora la fame, non vuol dire che dobbiamo avere sempre garantito questo standard di esistenza. Non abbiamo solo dei diritti. Sarà bene che pensiamo anche ai doveri che abbiamo nei confronti delle persone che chiedono di partecipare ai nostri modelli economici, e nei confronti dell'ambiente che sta urlando che non ce la fa più...a questo punto se le fonti cosiddette rinnovabili dovessero fornirci un po' meno di quello che ci ha dato il petrolio fino ad oggi, ma fossero in grado di fornire benefici a tutti (o almeno ad una fetta maggiore), credo sia giusto percorrere questa strada senza troppi se e ma.

Approfondimenti riguardanti il riscaldamento terrestre:

dal sito di The Independent

Global warming: the vicious circle

dal sito della Cnn:


martedì 23 gennaio 2007

Gore Vidal

Ho appena letto questa lettera di Gore Vidal che é stata pubblicata sul blog di Beppe Grillo.

Caro Beppe,
l’umanità – e con essa il mondo intero – è a un bivio. Dobbiamo cominciare ad agire ora, perché se non cambiamo rotta vi sono buone probabilità che non ci sarà un mondo di cui preoccuparci tra dieci o quindici anni. E noi saremo morti, o moribondi. E la cosa più triste è che questo non accadrebbe a causa di un destino ineluttabile, ma per semplice mancanza di volontà politica...
Vi è bisogno di un impulso primitivo, di uno spirito di sopravvivenza, di cui non vi è traccia oggi. Nel 1957 scrissi una commedia intitolata: 'Visit to a Small Planet', e tutti rimasero sconvolti. Al tempo il pianeta era ancora considerato una fonte di eterna ricchezza, e tutt’altro che piccolo. Ovviamente oggi sappiamo che non è così. Recentemente ho avuto una conversazione con Gorbaciov, che mi ha chiesto: “Sai qual è il liquido più importante della terra?” "La vodka?”, ho risposto. “Il petrolio?” “No, l’acqua”, mi ha detto. Ed è vero. Anche l’acqua è una risorsa limitata. Ma l’umanità si è sempre crogiolata nelle sue illusioni di eternità...
L’umanità – e l’Occidente in particolare – deve cambiare radicalmente il proprio stile di vita se non vuole estinguersi. E un cambio di rotta deve venire prima di tutto dagli Stati Uniti, i primi consumatori e inquinatori al mondo. Il problema è convincere il nostro governo, o meglio il governo ombra che lo controlla, che risponde solo alle leggi di un capitalismo delirante. Che, in parole povere, consistono nel creare prodotti di cui non abbiamo bisogno e trovare il modo di venderceli, incuranti delle conseguenze. Per di più, il capitalismo non può sopravvivere che nell’assenza di leggi. Non obbedisce a nessuna legge eccetto quelle fittizie che il sistema stesso ha creato, come la 'domanda e l’offerta'. È per questo che non possiamo aspettarci nessun cambiamento dall’alto, se non sotto il peso di una spinta popolare. È paradossale che molti governi, come quello degli Stati Uniti, si sentano legittimati a immischiarsi nella nostra libertà riproduttiva ma non spendano una parola sull’elettricità che consumiamo. È per questo che il cambiamento deve iniziare dal basso.
Quest’anno comincerò ad alimentare la mia casa, in California, esclusivamente a energia solare. Ma non vedo come lo possa fare il cittadino medio. È ancora molto costoso, almeno negli Stati Uniti. È per questo che l’azione individuale – per quanto importante – deve avere come obiettivo un cambiamento istituzionale. E oggi la nostra causa è sostenuta da una serie di strumenti potenti e innovativi, come Internet...
E dobbiamo andare ancora più in là nel riorganizzare le nostre vite. Ed è questa la parte difficile: rinunciare a quello che ci procura piacere non ha mai fatto parte della nostra natura. Pensate ai milioni di fumatori nel mondo. Io ho recentemente perso un carissimo amico che ha continuato a fumare fino al giorno della sua morte, nonostante sapesse che il fumo lo stava uccidendo...
La gente – anche gli americani – comincia a svegliarsi. Vi è un crescente sentimento rivoluzionario nell’aria. I governi cominciano a svegliarsi: guardo con ammirazione a quello che sta facendo Hugo Chavez, per esempio. È un’ispirazione per il mondo intero, a differenza degli Stati Uniti, che non sono un’ispirazione per nessuno, tranne per potenziali dittatori. Anche i nostri politici sanno molto bene quello che sta accadendo nel mondo, ma sono pagati per stare in silenzio. Questo non toglie che un giorno possano ribellarsi ai loro padroni. Ma vi avverto: il processo di cambiamento sarà anche un processo violento. Le élites – le corporation – non rinunceranno facilmente ai loro privilegi. Comunque, voi iniziate la rivoluzione e io sarò felice di essere il vostro Trotsky”.
Gore Vidal.

TFR

Nel post del 3 gennaio avevo indicato il link per accedere ai documenti relativi al Tfr presenti sul sito de l'Unità.
Per par condicio, ma soprattutto perché li ho letti e perché offrono spunti diversi e altrettanto interessanti, vi segnalo gli articoli apparsi su un inserto di Famiglia Cristiana.

Una scomoda verità

Nel post "ma che caldo fa?" avevo parlato del film di Al Gore, disponibile però in lingua originale.

Ora, per chi avesse poca dimestichezza con l'inglese, c'é anche la versione in italiano

lunedì 22 gennaio 2007

Card. Martini

Qui c'é il testo dell'intervento del Card. Martini pubblicato domenica 21 gennaio 2007 su Il Sole 24 ore.

Da leggere!

Per chi non avesse voglia di leggerlo tutto, riporto alcuni passi che esprimono molto meglio di quanto non possa fare io, la differenza tra eutanasia e astensione dall'accanimento terapeutico:

"È di grandissima importanza in questo contesto distinguere tra eutanasia e astensione dall'accanimento terapeutico, due termini spesso confusi. La prima si riferisce a un gesto che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte; la seconda consiste nella «rinuncia ... all'utilizzo di procedure mediche sproporzionate e senza ragionevole speranza di esito positivo» (Compendio Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 471). Evitando l'accanimento terapeutico «non si vuole ... procurare la morte: si accetta di non poterla impedire» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2.278)assumendo così ilimiti propri della condizione umana mortale."

lunedì 15 gennaio 2007

Ma che caldo fa?

Ormai é sotto gli occhi di tutti...questo non é inverno. Fa caldo come in primavera e di neve é meglio non parlarne. Facevo meglio a non montare le gomme termiche sulle nostre auto. Vabbé. Fino a qualche tempo fa si sentivano gli esperti che giustificavano queste anomalie e le liquidavano come normali fenomeni che nella storia si sono sempre ripetuti e alternati.
Quindi tutto bene, niente allarmismi. Siamo tutti contenti.
Però fa caldo, chissà quest'estate (speriamo che non sia come quella del 2003).
All'inizio di gennaio qualcosa però é iniziato a cambiare. Chi ha letto i giornali ha certamente notato che sono comparsi articoli riguardanti una relazione sul clima voluta ed eseguita dalla Commissione Europea, e nei giorni successivi l'argomento ha invaso tutti i telegiornali oltre che continuare ad alimentare il dibattito sulla stampa nazionale.
Allora non va tutto bene!
No che non va tutto bene. E purtroppo qualcuno l'aveva detto (menagramo di un ambientalista).
Comunque non voglio dilungarmi oltre, tanto avete capito come la penso. Ad ogni modo credo che l'argomento non possa più essere lasciato solo agli esperti, soprattutto perché é necessario capire che non possiamo più permetterci di consumare il pianeta come abbiamo fatto fino ad oggi.
Anche perchè abbiamo un grande vantaggio: la politica in questi casi arriva sempre dopo e noi oggi abbiamo la possibilità di prepararci fin da ora ai futuri provvedimenti che sembrano inevitabili e che forse ci chiederanno di modificare i nostri stili di vita oggi insostenibili.
Per tutto questo c'é un bel film fatto da Al Gore (quello che ha perso le elezioni contro Bush grazie al "manino" in Florida...ricordate?), é davvero un bel documentario e giovedì 18 gennaio é in anteprima ad invito al cinema Chaplin.
Ve lo consiglio!

domenica 14 gennaio 2007

Eutanasia 2

Ammetto di non averlo ancora letto; i commenti però sono molto buoni e mi hanno indotto a scaricarlo.
Chi fosse interessato ad un approfondimento sul tema eutanasia può scaricare in formato .pdf l'intero numero della rivista "Quaderni", (basta cliccarci sopra), intitolato "Né accanimento né eutanasia", rivista ufficiale dell'Associazione Scienza e vita.

Eutanasia 1

In mezzo alle tante voci più o meno informate e più o meno strumentalizzate, questo articolo mi sembra molto chiaro e frutto di un ragionamento libero da finti moralismi e soprattutto libero da qualsiasi strumentalizzazione politica e/o religiosa.

"Il sì alla vita dei corpi inutili"
di Carlo Ventura (Ordinario di Biologia molecolare)

Quello di Piergiorgio Welby é un caso drammatico (che merita il più profondo rispetto) in cui emerge tutta la disperazione di chi é immerso nel dolore e nella menomazione fisica senza speranze e, alla fine, arriva alla conclusione che un'esistenza di quel tipo non sia più degna di essere vissuta, sia priva di significato, al punto da chiedere di farla finita. Come essere umano e come ricercatore che avverte un senso di grande impotenza di fronte a quanto la scienza non riesce ancora a conoscere a fondo e curare, ma anche come persona da tempo vicina a pazienti affetti da gravi forme di distrofia muscolare o patologie neuromuscolari (ho fatto parte della Commissione medico-scientifica dell'Unione Lotta italiana della Distrofia Muscolare, Uildm), mi sono sentito spinto ad esprimere i miei sentimenti su questa amara vicenda. Temo che un sistema (e mi riferisco indistintamente a tutti gli schieramenti ideologici e politici) che vive nell'indifferenza il tormento di migliaia di diversamente abili (disabili secondo la concezione comune) si sia ancora una volta prodotto in un ingombrante dibattito politico di asfissiante prevedibilità: "a favore o contro l'eutanasia". Come troppo spesso accade, questo sistema globale si accorge o si ricorda dei drammi umani quando si é vicini al punto di non ritorno. E' lo stesso sistema che é stato ostinatamente assente di fronte ai problemi della disabilità, del sostegno umano e finanziario per i portatori di handicap, così frequentemente liquidati dalle istituzioni come pazienti affetti da malattie gravi sì, ma rare. Di fronte a queste patologie sono stati posti i soliti problemi di budget, interrogandosi sulla utilità o meno di portare un aiuto tecnicamente efficiente, senza portare tuttavia un conforto vero, una rete di servizi umani, anche se troppo costosi, o "inutili" perché tanto la qualità della vita degli interessati é una tragedia senza ritorno. Sono nel più grande sconforto nel vedere come accanto alla descrizione giusta e doverosa del caso di Piergiorgio non sia stato fatto alcun cenno alle storie di migliaia di pazienti che nelle stesse condizioni hanno deciso di continuare a vivere, pensando anche all'eutanasia durante il loro calvario, ma dichiarandosi fino alla fine felici di non aver attuato un proposito che ha sfiorato la loro mente ben più di una volta. Perché i media e i nostri saccenti uomini politici non dicono nulla di quanti in mezzo a sofferenze indicibili ogni anno hanno scelto di vivere in condizioni estreme e misurarsi ogni giorno con il senso ultimo dell'esistere? Se é sacrosanto portare la testimonianza di chi ha deciso di smettere, é altrettanto doveroso mettere l'opinione pubblica di fronte alle migliaia di persone che continuano a sentirsi tali anche quando la mente, una mente lucida e profonda, abita un corpo ormai "inutile". E' proprio questo il punto, mettere di fronte la gente all'"evidenza" nelle sue diverse sfaccettature: fare vedere come vivere fino in fondo il dramma della sofferenza e della malattia senza speranza sia estremamente più frequente di quanto non ci ostiniamo a pensare che sia. E' importante che la gente sappia anche di questi esseri umani che non hanno la politica o il mondo del "politically correct" a rappresentarli. Chi esce dagli schemi, può essere spazzato via. Il primo modo per spazzare via il "non conforme" é lasciarlo solo. Uno dei contesti oggi più drammatici é la solitudine: chi ha una malattia senza speranza troppo spesso viene lasciato precipitare in un baratro al cui interno la vita diventa insostenibile.
Dovremmo tutti renderci conto che, se una società civile può e deve discutere di temi come l'eutanasia, deve anche avere la forza di accogliere una sfida ancor più impegnativa, dando voce a quanti, e sono tantissimi, fra i malati terminali dimostrano che ogni esistenza é degna di essere vissuta fino all'ultimo respiro.

venerdì 12 gennaio 2007

George W. Bush

Esattamente un mese fa, il 10 dicembre 2006, il quotidiano conservatore britannico The Times riportava una dichiarazione del presidente degli Stati Uniti, George Bush, che avrebbe dovuto provocare una sollevazione:
"Non mi ritirerò dall'Iraq neanche se restassero ad appoggiarmi solo mia moglie Laura e il mio cane Barney".

FERMATE GEORGE BUSH, IL PICCOLO NERONE CHE VUOLE IL SUO VIETNAM
di Gennaro Carotenuto

Nessuno si sollevò, neanche i media così attenti a fare le pulci a quello che dicono dirigenti politici mondiali meno amati da chi governa il mondo. I pochi che devono essersi soffermati su questa dichiarazione devono averla trovata puerile, capricciosa, tragicamente frivola, di fronte a una catastrofe che, secondo alcuni calcoli, ha già provocato la morte di 650.000 cittadini iracheni. "Non mi ritirerò dall'Iraq neanche se restassero ad appoggiarmi solo mia moglie Laura e il mio cane Barney". Cosa si può fare se l'uomo più potente del mondo è un bambino capriccioso e frivolo con seri problemi edipici?
Il presidente degli Stati Uniti, George Bush junior, ha dunque scelto la strada dell'escalation vietnamita per l'Iraq. Di fronte all'annuncio dell'invio di più uomini -già che secondo Bush stesso l'unico errore ammesso è stato aver usato troppo poco la sterminata forza militare- gli interpreti ufficiali del pensiero di George Bush, quelli che "l'America è sempre la prima democrazia del mondo", non hanno neanche provato a difendere la scelta. Tantomeno hanno fatto autocritica, visto che quella scelta avevano difeso e appoggiato e, di fronte alle cassandre pacifiste, avevano millantato quella irachena come una passeggiata dove la gente avrebbe offerto fiori e non bombe agli occupanti. Se la sono cavata con una risposta psicologica: "Bush non vuole passare alla storia come uno sconfitto".
Benito Mussolini, alla vigilia del 10 giugno 1940, spiegò al Maresciallo Pietro Badoglio l'attacco alla Francia con raro cinismo: "ho bisogno di alcune migliaia di morti per sedermi al tavolo della pace quale belligerante". Il discorso di stanotte di Bush lo ricorda in maniera sinistra. Sa perfettamente che 20.000 soldati in più non cambieranno la natura e le sorti del conflitto. E' un cambiamento cosmetico perché non ha lo spessore morale per ammettere di aver sbagliato tutto. Ha bisogno di altri morti e poi qualcun altro al posto suo lascerà Baghdad come fu lasciata Saigon dopo avere ammazzato due milioni di vietnamiti.
Da pochi giorni gli Stati Uniti sono intervenuti direttamente in Somalia. Hanno massacrato decine di civili spacciandoli per terroristi. Quei morti sono stati necessari, propedeutici e funzionali all'annuncio dell'escalation in Iraq: “Se siamo costretti ad intervenire in uno scenario apparentemente marginale come quello del Corno d'Africa, tantomeno possiamo lasciare campo libero in Iraq”. Quello in Somalia è un intervento illegittimo, unilaterale, soprattutto imprudente, ma che serve a dimostrare, agli spettatori di Rete4 e Fox-TV, che dietro la maschera della minaccia terrorista si debba accettare tutto. L'Unione Europea ha guardato attonita all'apertura del fronte somalo. Perfino l'ascaro Tony Blair ha detto che non seguirà Bush nella nuova escalation irachena.
Tuttavia, pensare che il dramma che gli Stati Uniti stanno imponendo al mondo sia dovuto solo al piccolo Nerone George Bush, sarebbe fuorviante. John McCain, il suo più probabile successore repubblicano, è un suo fiero critico da destra: fin dall'inizio avrebbe inviato più uomini e avrebbe voluto più obbrobri. L'accusa più grave mossa dal Partito (clone) Democratico non è stata quella del crimine massimo della guerra, ma quella di aver speso male il denaro dei contribuenti e aver perso "vite americane", come ha testualmente ripetuto stanotte il capo senatore Harry Reid usando lo stesso linguaggio, la stessa cultura politica di George Bush.
Distinguere tra “vite americane” e “vite altrui” è un'espressione razzista molto in voga negli Stati Uniti d’America. Quale altro dirigente politico al mondo -come invece si fa quotidianamente negli Stati Uniti- parlerebbe della necessità di sacrificare vite altrui per salvare "vite francesi", "vite bulgare", "vite italiane"? La stessa espressione è repellente. Eppure suona così familiare nella vita politica statunitense, viene ripresa dalla stampa senza batter ciglio, come se non fosse la manifestazione più atroce di questo nuovo arianesimo messianico che è il neoconservatorismo.
Ancora dopo l'11 settembre, se pure qualcuno dubitava dell'autorità morale degli Stati Uniti per amministrare giustizia sul pianeta intero, in pochi dubitavano sul fatto che avessero la forza militare per farlo. Oggi, dall'Afghanistan alla Somalia all'Iraq, sappiamo che da Abu Grajib a Falluja al cappio al collo di Saddam Hussein, gli Stati Uniti non solo hanno perso ogni autorità morale. Non hanno possibilità alcuna di vincere militarmente, ma possono continuare a farsi e soprattutto fare molto male. Sono lo specchio del bambino capriccioso, prepotente e frivolo che li governa e che del resto hanno democraticamente eletto.
Il cantautore Quintín Cabrera, in una delle sue ballate più popolari*, canta che la cosa della quale gli statunitensi avrebbero più bisogno, per rientrare in se stessi dal loro delirio di onnipotenza, è una nuova lezione vietnamita. Bush lo sta accontentando. Ma a che prezzo, soprattutto per le “vite irachene”, “vite somale”, “vite afghane” che continueranno a essere massacrate, torturate, stuprate, bombardate per coronare il sogno di bambino di George Bush junior di “non passare alla storia come uno sconfitto”!

giovedì 11 gennaio 2007

Il nuovo iPhone

Per gli appassionati Apple non ci sono parole. Per chi ancora vuole appassionarsi é possibile guardare il filmato della presentazione (purtroppo solamente in inglese):
http://events.apple.com.edgesuite.net/j47d52oo/event/


Alla fine però...é sempre e solo un telefono.

sabato 6 gennaio 2007

EPIFANIA


"...Dov'é colui che può offrirmi la risposta appagante per le attese del cuore?...I Magi udita la risposta: "A Betlemme di Giudea, perché così é scritto per mezzo del profeta" (Mt 2, 5), scelsero di continuare la strada e di andare fino in fondo, illuminati da questa parola. Da Gerusalemme andarono a Betlemme, ossia dalla parola che indicava loro dov'era il Re dei Giudei che stavano cercando fino all'incontro con quel Re che era al contempo l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Quella parola é detta anche per noi. Anche noi dobbiamo fare la nostra scelta. In realtà, a ben pensare, é proprio questa l'esperienza che facciamo nella partecipazione ad ogni Eucaristia. In ogni Messa, infatti, l'incontro con la Parola di Dio ci introduce alla partecipazione al mistero della croce e risurrezione di Cristo e così ci introduce alla Mensa eucaristica, all'unione con Cristo. Sull'altare é presente Colui che i Magi videro steso sulla paglia: Cristo, il Pane vivo disceso dal cielo per dare la vita al mondo, il vero Agnello che dà la propria vita per la salvezza dell'umanità. Illuminati dalla Parola, é sempre a Betlemme - la "Casa del pane" - che potremo fare l'incontro sconvolgente con l'inconcepibile grandezza di un Dio che si é abbassato fino al punto di mostrarsi nella mangiatoia, di darsi come cibo sull'altare."
(Benedetto XVI - Colonia 18/08/2005)

Buona Epifania a tutti.

Immagine: Giotto, Epifania, Cappella degli Scrovegni, Padova

giovedì 4 gennaio 2007

"Anatomia di una bomba"

...é questo il titolo dell'ichiesta di Rai news 24 programmata questa mattina su Rai 3 alle 7,00.
Ne ho visto un pezzo e mi é sembrata molto interessante.
Purtroppo, al giorno d'oggi, se domandi in via ufficiale al governo di un paese democratico che bombarda un'altro paese (meno democratico), che tipo di bombe usa, non sempre si ottiene una risposta.

Se qualcuno fosse interessato, questo é il link che manda direttamente all'inchiesta:

http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchieste/09112006_bomba.asp

mercoledì 3 gennaio 2007

TFR

I prossimi sei mesi, tra le altre cose, serviranno per decidere dove destinare il nostro TFR.
Fondi aperti, fondi negoziali, ecc... Credo che la materia sia complessa e purtroppo se ne parla sempre come se tutti già avessero le idee chiare e una soluzione pronta. Io purtroppo sono abbastanza in difficoltà e sto cercando di approfondire la questione. Qui ho allegato un documento che ho trovato sul sito de "l'Unità". Cliccando sull'icona partirà il download del documento pdf.



A parte l'inclinazione politica che evidentemente contraddistingue la testata, devo dire che come base per ogni futuro approfondimento costituisce una buona partenza.

Segnalo tra gli altri, gli interventi del ministro del lavoro Cesare Damiano e del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani.